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Villa Menotti a Spezzano va all’asta

Le Case della Memoria rinnovano l’appello per salvarla

Rigoli Tosi Capaccioli

«Come già espresso in passato, sollecitiamo un intervento per salvare Villa Menotti dal degrado». A due anni di distanza, l’Associazione Nazionale Case della Memoria ritorna sulla questione della villa di Ciro Menotti a Spezzano, frazione di Fiorano Modenese, che da anni versa in un desolante stato di abbandono. Adesso la Villa andrà all’asta. Il primo tentativo di vendita è fissato per il 16 febbraio: se questa andrà deserta il futuro di Villa Menotti si farà ancora più oscuro.

Già alla fine del 2018, Adriano Rigoli Marco Capaccioli presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, avevano lanciato un appello per salvare l’edificio. A questo aveva fatto seguito un incontro con il sindaco di Fiorano Modenese Francesco Tosi in cui si era convenuto che la strada migliore sarebbe stata un interesse da parte di imprenditori del territorio ad un'opera di mecenatismo. Con l’obbiettivo di assicurare alle generazioni future il ricordo di un personaggio storico importante.

«Villa Menotti rappresenta un luogo della memoria legato a un grande personaggio del Risorgimento - commenta il presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Adriano Rigoli -. È impensabile la prospettiva di lasciarla al proprio destino. Rinnovo l’appello perché si trovi la strada per salvarla: non sarebbe solo un bene per la tutela della memoria storica, che è importantissima, ma anche nell’ottica della valorizzazione di tutto il territorio circostante».

«I personaggi che hanno fatto la storia del nostro Paese, e con essi i luoghi che li hanno ospitati o visti nascere, meritano cura e rispetto - aggiunge il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria Marco Capaccioli –. È la nostra missione: per questo la vicenda di Villa Menotti ci sta tanto a cuore. Se l’asta andrà deserta, l’edificio andrà con ogni probabilità incontro alla rovina. È fondamentale restituire questo luogo ai cittadini e alle giovani generazioni».

 

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