Alla scoperta di Casa Tintori, restauratore delle opere danneggiate

In arrivo la prima visita in calendario del progetto “D’acqua e fango, 1966-2016”

Prato, 16 settembre 2016 – Ancora un’occasione per scoprire i tesori dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, rete nazionale di Case Museo di personaggi illustri. Per il progetto “D’acqua e fango, 1966-2016” dedicato al cinquantesimo anniversario dell’Alluvione, sabato 24 settembre (ore 16.30) è prevista la visita a Casa Leonetto Tintori, restauratore di numerose opere alluvionate. Da un evento così tragico come fu l’Alluvione scaturì lo sviluppo dell’arte del restauro che ha reso Firenze famosa nel mondo. E proprio nel restauro lo stesso Tintori ha avuto un ruolo importante.

Casa Leonetto Tintori, situata nella periferia nord del Comune di Prato, in prossimità della frazione di Figline, risale ai primi anni del ’900, è stata acquistata dall’artista e restauratore nel 1935, anno del suo matrimonio con Elena, e fino alla sua morte, avvenuta nel luglio 2000, è stata sua dimora abituale. All’esterno è circondata da un parco dove sono installati circa trecento tra sculture e bassorilievi in ceramica, cemento, terracotta e bronzo, realizzazioni di Tintori e di altri artisti toscani del ’900. All’interno sono conservati circa cinquecento pezzi di arte antica, moderna e reperti archeologici.


Nell’occasione della visita, si potrà ammirare l’Arca di Noè un’opera di ceramica che si trova nel parco dove, per volontà dello stesso artista, riposano le ceneri sue e della moglie Elena Berruti, pittrice nata a Montevarchi il 23 maggio 1909. Figlia di un insegnante di francese, frequentò la “Scuola d’Arte e Mestieri Leonardo” dove si distinse per le sue pregevoli qualità artistiche. Qui conobbe Leonetto Tintori e, abbandonata l’idea di proseguire gli studi accademici, divenne la sua compagna di una vita. Elena collaborò ai lavori di restauro di Leonetto e lo seguì in tutti i suoi viaggi. Nella Casa Museo di Vainella le stanze accolgono tanti quadri di Elena, così come il giardino è ricolmo delle sculture di Leonetto. Sul retro della Villa, in alcuni annessi separati dalla struttura principale, si tengono attività didattiche specialistiche legate alla tecnica della pittura murale e alla ceramica artistica, nonché ad attività di ricerca sulla conservazione dei dipinti murali. Quest’ultima è svolta in collaborazione con numerosi altri enti scientifici internazionali ed è coordinata dal Getty Conservation Institute - Los Angeles (Usa).

Il programma della visita proseguirà alle ore 18, quando si svolgerà una dimostrazione su come nasce l’affresco dalla sua ideazione, allo spolvero, alla sinopia, fino alla stesura dell’intonaco, per concludere con la realizzazione di una giornata di pittura “a buon fresco” con pigmenti tradizionali. Seguirà un brindisi finale. Previsto un contributo di 4 euro per la visita e la dimostrazione. Info e prenotazioni: 347 8293472.

Oltre a questa visita, la prima del progetto “D’acqua e fango, 1966-2016”, ne sono in programma molte altre. Questo il calendario: sabato 29 ottobre (ore 16) visita a Casa Indro Montanelli (autore di articoli e reportage sull’alluvione e sull’Arno), il 26 novembre la Casa Studio Piero Bargellini, sindaco di Firenze durante l’Alluvione, il 28 novembre la visita alla Casa di Robert Browning ed Elizabeth Barrett, in piazza San Felice, battezzata dalla stessa scrittrice Casa Guidi per dare l’idea di una residenza familiare. Nel mese di dicembre è prevista anche una visita alla chiesa anglicana di St. Mark, in via Maggio, a Firenze, che servì agli “angeli del fango” per rifocillarsi.

L’Associazione Nazionale Case della Memoria è da diversi mesi protagonista di una serie di visite organizzate in collaborazione con il corpo consolare del Touring Club Italiano di Toscana e Emilia-Romagna.

“La nostra associazione si propone come aggregazione di luoghi della memoria ma promuove anche le emergenze culturali, sociali e umane delle Case Museo e di coloro che ci hanno abitato, tramite iniziative, convegni, incontri – ha spiegato il presidente Adriano Rigoli -. La nostra rete è un valore aggiunto alla cultura e arricchisce l’offerta turistica». «L’impegno dell’Associazione Nazionale Case della Memoria – spiega il vicepresidente Marco Capaccioli – è in linea anche con gli obiettivi pensati dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini nel nuovo Piano Strategico, tra i quali l’ampliamento e arricchimento delle destinazioni e la distribuzione dei flussi grazie al vasto potenziale dell’offerta ancora inesplorata. Con poche risorse riusciamo a fare cultura dal basso, rivolta a un nuovo modo di pensare e a un nuovo modo di intercettare il turista del terzo millennio».

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