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“Personae”: a Milano una mostra dedicata a Vincenzo Balena

25.06.24 Balena 2L’esposizione dedicata all’artista, il cui studio fa parte dell’associazione Case della Memoria, è visitabile fino al 14 settembre

C’è tempo fino al 14 settembre per visitare a Milano la mostra “Personae. Memoria dell’antico nella scultura di Vincenzo Balena”. L’esposizione temporanea, a cura di Francesca PensaAnna Provenzali e Valter Rosa, inaugurata lo scorso 21 maggio al Civico Museo Archeologico, propone le opere dell’artista Vincenzo Balena in dialogo con i volti antichi protagonisti nelle sale del Museo Archeologico. Un confronto tra archeologia e contemporaneo che evidenzia come la memoria dell’antico permei ancora oggi la creazione artistica, in corrispondenza con una nuova percezione dell’arte classica.

Lo studio d’artista milanese di Vincenzo Balena fa parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria.

Molte sono le assonanze che legano il lavoro di Balena al manufatto archeologico: l’uso di materiali come legno, terracotta e metallo, concepiti come materia viva, animata, in grado di incorporare l’essenza dell’entità raffigurata; la natura spirituale della figura umana, colta non nella sua fisionomia ma nella sua essenza. Infine, il carattere composito, fatto di frammenti lacunosi, indice di incompiutezza o impossibilità di cogliere nella sua interezza la persona che Balena ritrae, trova un’inattesa collisione di senso nella natura altrettanto lacunosa e resa incompiuta dal lavorio del tempo dei volti antichi esposti in museo.

Di grande fascino sono i ritratti, principalmente femminili, realizzati da Balena utilizzando vecchie pentole in rame che trovano così una nuova vita trasformate in opere artistiche. E proprio il tema del volto offre particolari opportunità di confronto con reperti antichi, permettendo di metterne in luce le diverse funzioni, quali immagine umana o divina, celebrativa o privata, psicologica o trasfigurata rispetto al reale.

La mostra è inclusa nel percorso di visita del Civico Museo Archeologico.

Nell’ambito dell’esposizione, lo scorso 10 giugno c’è stato un incontro che ha coinvolto e interessato il pubblico su vari fronti. La prima parte dell'iniziativa ha visto una rilettura del percorso espositivo condotto da Vincenzo Balena e dalla curatrice Francesca Pensa. A seguire, l'intervento musicale al pianoforte di Carlo Cialdo Capelli, che ha preceduto la lettura, realizzata da Viviana Nicodemo, di alcuni brani del De rerum natura di Lucrezio, presentati nella traduzione di Milo De Angelis. Quest’ultimo ha introdotto la poesia dell’autore latino. «L’evento ha saputo coinvolgere i partecipanti, con il suo carico di enfasi ed emozione. È stato così possibile entrare nel complesso cosmo del pensiero di Lucrezio – precisa l’artista Vincenzo Balena -. In questo modo, proprio la sua straordinaria modernità ha potuto essere efficacemente illustrata e affermata nello scenario eccezionale del Museo Archeologico di Milano».

«Ci congratuliamo con il Maestro Balena e con i curatori per questa importante mostra in una sede prestigiosa come il Museo Archeologico di Milano - dichiarano Adriano Rigoli Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell'Associazione nazionale Case della memoria -. Il tema della rilettura dell'antico, della nostra grande cultura classica nella cultura contemporanea è molto importante e Vincenzo Balena ha saputo rappresentarlo al meglio nella sua opera artistica. Un lavoro che unisce tecniche, stilemi contemporanei e ispirazione dalla nostra grande cultura classica che non è solo un patrimonio del passato ma anche una ricchezza per il mondo di oggi. La riflessione dei grandi filosofi e scrittori del passato ci aiuta a vivere con consapevolezza il tempo presente e Vincenzo Balena, con la sua arte, ha il merito di rappresentare visivamente questo connubio».

Vincenzo Balena nasce a Milano nel 1942 e inizia l’attività artistica negli anni ’60. Dai primi anni ’70 espone con regolarità alla Galleria Montrasio di Monza e alla Galleria del Naviglio di Milano, suscitando fin da subito l’interesse e il sostegno di storici dell’arte e critici come Mario De Micheli e Marco Rosci, seguiti da Rossana Bossaglia, Carlo Pirovano e Lea Vergine. Nei primi anni ’80 Balena entra in contatto con poeti, quali Antonio Porta, Giovanni Raboni e Roberto Sanesi, cui si aggiungeranno, negli anni a seguire, numerosi altri scrittori e critici d’arte che leggeranno e interpreteranno la sua produzione artistica. Intensi sono pure i rapporti col teatro per il quale Balena realizza sculture scenografiche e maschere. 

I lavori più recenti, affrancati da espliciti rimandi figurativi, esplorano le inedite risorse espressive dei rifiuti tecnologici, protesi della mente umana sottratte all’oblio indotto dal rapido evolversi dell’elettronica.

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