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Roma | I segni del sacro-Le impronte del reale

Vaticano | I segni del sacro-Le impronte del reale. Anche le opere di Sigfrido Bartolini nella mostra dedicata alla grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani 


INVITO GRAFICA900 inaugurazione

Nei monumentali spazi berniniani del Braccio di Carlo Magno inaugura, martedì 10 dicembre 2019 alle ore 17.30, la mostra I SEGNI DEL SACRO – LE IMPRONTE DEL REALE. La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, curata da Francesca Boschetti, con il coordinamento di Micol Forti, Responsabile della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani. Una mostra che invita il pubblico allo stupore e alla scoperta.
Stupore perché la grafica, solitamente ritenuta un ambito per specialisti ed esperti, è in realtà un “osservatorio” privilegiato per conoscere da vicino gli artisti e apprezzarne gli aspetti più innovativi e sperimentali. In special modo nel Novecento la pratica incisoria diventa infatti un “luogo” di ricerca che coinvolge non solo le procedure e i materiali usati, ma anche l’esplorazione iconografica e stilistica. Ogni artista sceglie una o più tecniche – xilografia, acquaforte, acquatinta, puntasecca, litografia, serigrafia – e si misura con esse, quasi in un corpo a corpo, per giungere all’esito voluto o per scoprire nuove soluzioni nella definizione dell’immagine sulla matrice. Matrice che, tramite il processo di stampa, trasferirà come in uno specchio i segni sulla carta.
Scoperta perché la mostra presenta per la prima volta una straordinaria scelta di circa 150 grafiche, prevalentemente inedite, selezionate tra le circa quattromila opere che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, disegni e fotografie dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane, un “tesoro nascosto” la cui vita, racchiusa nei cassetti, è normalmente distante dallo sguardo del pubblico.
Formatasi a partire dal 1973, parallelamente alla creazione della sezione dedicata al Novecento, voluta e inaugurata da papa Paolo VI, la raccolta di grafica del Novecento è una raccolta giovane e anomala: non frutto della volontà di un collezionista, che sceglie e raccoglie i singoli fogli con un’idea di insieme da costituire e arricchire progressivamente, ma piuttosto conseguenza naturale e spontanea della “chiamata” di papa Montini al mondo dell’arte per riallacciare lo storico legame tra Chiesa e cultura contemporanea.
Il ricco nucleo di carte è infatti inizialmente un esito della risposta di artisti, eredi e mecenati, che donano al pontefice stampe e disegni, poi confluiti nelle collezioni vaticane. Dalla morte di Paolo VI in poi l’incremento segue criteri diversi e le acquisizioni sono mirate a colmare lacune nei nuclei storici esistenti, pur mantenendo una continuità con l’idea originaria di dare testimonianza della spiritualità contemporanea. Conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura, le opere su carta occupano uno spazio molto limitato nel percorso espositivo dei Musei Vaticani, dove solo poche unità sono visibili a rotazione. Per questo la mostra è un’occasione speciale per vedere da vicino capolavori di Edvard Munch, Paul Klee, Otto Dix, Max Ernst, Oskar Kokoschka, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Piero Dorazio, Marc Chagall, Joan Miró, Henri Matisse, talvolta affiancati da dipinti e sculture degli stessi artisti o di altri autori, che con le stampe hanno relazioni iconografiche o cronologiche. Una vicinanza che intende sottolineare l’osmosi esistente tra la grafica e i linguaggi espressivi considerati “principali”.
Proprio in ragione dell’eterogeneità e della ricchezza delle opere che la compongono, l’esposizione è stata concepita come una narrazione circolare che prende il via dalla Creazione del mondo per giungere alla creazione dell’opera d’arte. Il percorso, sottolineato dall’allestimento dell’architetto Roberto Pulitani, si snoda attraverso quattro sezioni: I sentimenti del sacro e dell’umano, Le impronte del reale, Genesi di un’idea e Segno e colore.
I sentimenti del sacro e dell’umano accoglie soggetti ispirati in gran parte alle Sacre Scritture tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, dando risalto alla vasta gamma di sentimenti umani racchiusi nelle iconografie religiose. La Genesi, la vita di Cristo a partire dalla Maternità della Vergine fino alla Deposizione nel sepolcro, l’Apocalisse di San Giovanni prendono forma nelle grafiche dei catalani Joan Miró e Joan Josep Tharrats, nelle potenti xilografie degli espressionisti Max Pechstein, Karl Schmidt-Rottluff e nelle raffinate incisioni di Felice Casorati, Sigfrido Bartolini, Rufino Tamayo, fino alla Crocifissione stereoscopica di Salvador Dalí: due litografie ideate per essere guardate con uno speciale visore che rende l’immagine tridimensionale. La sezione pone l’accento sull’universalità e l’attualità che alcuni temi portano con sé. Georges Rouault, Marc Chagall, Marino Marini, Renato Guttuso, Guido Strazza negli anni dei due conflitti mondiali, si servono delle iconografie sacre per dare voce e volto alle ingiustizie e alle sofferenze della guerra. Il martirio laico di Lorenzo Viani racconta il dramma delle morti in mare attraverso una sequenza di immagini che rimandano al martirio di Cristo e insieme evocano i naufragi che accadono in ogni tempo e in ogni luogo.
La sezione Le impronte del reale apre uno spiraglio sulla meraviglia che si attiva nell’osservazione attenta e sensibile dei dettagli concreti della quotidianità, sia essa una natura morta, una veduta cittadina, un albero. Emil Nolde, Ernst Ludwig Kirchner, Duilio Cambellotti, Anselmo Bucci, Giorgio Morandi, Luigi Bartolini, Carlo Mattioli sono alcuni degli artisti presenti in questa sezione.
La terza linea tematica Genesi di un’idea apre lo sguardo sul momento delicato e preziosissimo della creazione artistica, quando l’idea comincia a prendere forma e la nascita di un’opera ha inizio. Carte, bozzetti in gesso e in bronzo raccontano l’evoluzione e le tappe del percorso creativo di artisti quali Mario Sironi e Umberto Boccioni, Giacomo Manzù, Pericle Fazzini e Cecco Bonanotte e Santiago Calatrava.
Infine la sezione Segno e colore riunisce lavori prevalentemente di ambito astratto che mostrano un ventaglio di possibili soluzioni ideate a partire dal dialogo tra i due elementi fondativi del linguaggio pittorico e grafico. Tra gli interpreti di una personale rielaborazione della visione del mondo Georges Braque, Hans Hartung, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Venturino Venturi, Kazimierz Głaz.
La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Edizioni Musei Vaticani, con testi di Francesca Boschetti, Micol Forti, Barbara Jatta, Giorgio Marini, Giuseppe Trassari Filippetto.
Orari di apertura Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 18.00 Mercoledì dalle 13.30 alle 18.00 Domenica e festivi chiuso. Ingresso Gratuito.

 
 
 
 
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