LE CASE ASSOCIATE

  • Indirizzo: Via Commerciale, 47
    34135 Trieste
    Tel. +393487757727
  • Orario: Ogni primo sabato del mese dalle ore 10:00
    al costo di 15€ a persona (5€ per i soci dello studio).
    è necessaria la prenotazione, inviando una Email o telefonando.
    A seconda della disponibilità e del preavviso, è possibile riservare visite private, on-demand.
  • Sito internet: Studio Pascaropulo
  • Contatti: Studio Pascaropulo

Abitazione ed Atelier (Villa Margherita - Trieste)

Alice Psacaropulo (1921 - 2018) è tra gli esponenti più interessanti del panorama artistico triestino del Novecento. La sua intensa attività di pittrice copre più di sessant'anni, dall'apprendistato casoratiano degli anni Quaranta sino alle soglie del Duemila, e l’ha portata a saggiare e rielaborare liricamente alcune delle principali tendenze pittoriche del secolo, per giungere ad un personalissimo «realismo provvisorio».

Ha partecipato alla Biennale veneziana del 1948 a tre Quadriennali romane ('48, '56, '60) e ha esposto in tutta Europa in mostre collettive e personali. Hanno scritto di lei: Silvio Benco, Gillo Dorfles, Albino Galvano, Decio Gioseffi, Claudio H. Martelli, Giulio Montenero, Vittorio Sgarbi e molti altri.

Per tutelarne e valorizzarne la memoria, lo Studio incoraggia il lavoro di ricerca, restauro, archiviazione e tutte quelle iniziative culturali che, tra ricerca e divulgazione, abbiano lo scopo di approfondire il ruolo della pittrice di origini greche nella storia dell'arte italiana.

Alice Psacaropulo visse nell'elegante villa neoclassica di via Commerciale, Villa Margherita. Disegnata da Giovanni Berlam e costruita nel 1856 su uno dei colli più panoramici di Trieste, la villa conserva una ricca collezione di opere d’arte (da Scomparini a Casorati, da Barison a De Pisis, da Nino Perizi a Leonor Fini...) e, all’ultimo piano, l'appartamento e l’atelier di Alice, oggi anche spazio espositivo.

Ogni primo sabato del mese è organizzata una visita guidata allo Studio.
La visita parte dal giardino della villa alle ore 10:00, dura circa un'ora e prevede un contributo di 15€ a persona (5€ per i soci dello studio).
Prenotarsi è in ogni caso necessario, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando al +393487757727.
A seconda della disponibilità e del preavviso, è possibile riservare visite private, on-demand

 

 
  • Indirizzo: via Niccolò da Uzzano, 11 - Firenze
    Tel. 3497235906 - 3471982986
  • Orario: Aperta il sabato mattina dalle 10.00 alle 13.00 su appuntamento
  • Sito internet:
  • Contatti:

Firenze

La Casa di Franco e Lidia Luciani è una villetta a schiera costruita nella metà degli anni ’20 del secolo scorso con i fondi messi a disposizione dai dipendenti della Società Elettrica Sert Valdarno (oggi ENEL), il “Gruppo Luce” come fu soprannominato all’epoca, e si trova nel Quartiere Gavinana, nella zona sud-est di Firenze.

In questa casa ha vissuto fin da piccolo Franco Luciani, un fiorentino doc amante dell’arte in tutte le sue espressioni e fortemente legato alla sua città ed alla Toscana.

La Casa custodisce una importante collezione di dipinti, incisioni, stampe, ceramiche, maioliche, bronzi, libri, cartoline, mobili antichi che Franco, classe 1930, crea nel corso della propria vita supportato in questa passione dalla moglie Lidia. Entrambi di formazione classica, farmacista lui e insegnante lei, si appassionano in particolare alla pittura toscana dell’800 e acquistano nel corso della loro vita numerosi dipinti di maestri macchiaioli e postmacchiaoli, quegli artisti che a partire dal 1860 hanno animato il panorama pittorico italiano e che hanno contribuito in modo decisivo al rinnovamento dell’estetica pittorica tradizionale, anticipatori dell’impressionismo.

La passione per questa corrente artistica porta Franco e Lidia a scrivere insieme, nel 1974, il Dizionario dei Pittori Italiani dell’800, edito da Vallecchi, alcune copie del quale sono ancora presenti nella Casa.

La collezione conservata in questa abitazione nasce alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso su iniziativa di Franco e si arricchisce di anno in anno fino al 2006 anno della sua morte. Molti dei quadri presenti nella Casa sono stati esposti nel corso degli anni a mostre e vernissage. Franco, a sua volta, è stato consulente per l’organizzazione di mostre/esposizioni specifiche su particolari pittori.

La collezione inizia al piano terra della Casa: le pareti dell’ingresso raccolgono ritratti di giovani donne e uomini, che danno il benvenuto ai visitatori, prosegue nello studio di Franco dove sono esposti alcuni dei principali pittori del Gruppo Labronico, nato allo scopo di valorizzare l’arte livornese, fra cui Nomellini, Lomi, Natali, March, Filippelli, Corcos, prosegue nel salone adiacente al giardino con i pittori macchiaioli fiorentini, con i dipinti figurativi di Signorini, Cabianca, Tommasi, gli scorci fiorentini di Borrani. una parete dedicata a Oscar Ghiglia, con le sue nature morte ed il ritratto del figlio Paulo e continua al primo piano, nelle camere della Casa, con un grande quadro di Silvio Bicchi, anch’egli allievo di Fattori all’Accademia delle Belle Arti di Firenze.

Sono presenti inoltre numerosi bronzi, sculture, vasi, ceramiche, maioliche, piccoli netsuke giapponesi in avorio, la cui collocazione segue la logica armonica nel rispetto della collezione di quadri. Importante è anche l’archivio di libri risalenti alla stessa epoca dei dipinti, e cataloghi di arte esposti sia nel salotto adiacente alla strada che nell’ingresso al piano terra della Casa.

Ora che Franco e Lidia non ci sono più rimane intatta, nella casa dove hanno vissuto la loro vita, la collezione che hanno costruito, plasmato e fortemente amato. Una collezione preziosa che Franco e Lidia amavano mostrare agli amici con orgoglio e che oggi le figlie vogliano mettere a disposizione del pubblico, degli esperti di settore, degli studiosi o semplicemente degli amanti dell’arte, per rendere omaggio al loro ricordo e per onorare anche la memoria di grandi artisti che hanno fatto la storia della pittura italiana dell’800 e dei primi del ‘900. 

 

ICONA Sistema Museale Case della Memoria in ToscanaQuesta casa fa parte del Sistema Museale Case della Memoria in Toscana. Visita la pagina con le informazioni ed i video.

 

  • Indirizzo: Monterosso Almo - (RG)
  • Sito internet:
  • Contatti:

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  • Indirizzo: Via Aldo Formis, 17
    26041 Casalmaggiore CR
    tel. +39 0375 200416
  • Orario: Martedì-venerdì 8:00 - 12:30; sabato e festivi 15:30 - 18:30
  • Sito internet:
  • Contatti:

Museo Diotti


Il Palazzo Diotti fu acquistato nel 1837 dal pittore neoclassico Giuseppe Diotti (Casalmaggiore, 1779 - 1846) che ne affidò la ristrutturazione all'architetto Fermo Zuccari e vi si trasferì dopo aver lasciato il trentennale incarico ricoperto presso l'Accademia Carrara di Bergamo. Rispettando la volontà del suo illustre abitante e ripristinando l'aspetto di una dimora privata, il Museo che è stato qui allestito nel 2007 si propone non solo come pinacoteca dell'800, ma anche come casa-museo volta a ricostruire l'immagine dell'atelier e a restituire didatticamente il metodo di lavoro dell'artista.

La casa-atelier di Giuseppe Diotti occupa le otto stanze del piano nobile che affrontano per temi ogni aspetto dell'attività del pittore, dagli anni di studio a Roma, passando per i disegni preparatori di vari affreschi che mostrano l'attenzione del pittore allo studio della figura umana, fino ad opere della maturità. Lungo il percorso espositivo sono a disposizione del pubblico alcune postazioni multimediali attraverso le quali Giuseppe Diotti in persona accoglie i visitatori nella sua casa, racconta la sua vita e gli sviluppi successivi dell'arte a Casalmaggiore. Il percorso espositivo prosegue infatti con la Galleria d'arte moderna, allestita in quelli che all'epoca di Diotti erano locali di servizio, che raccoglie opere significative di artisti locali e lombardi del '900, con particolare attenzione al Realismo esistenziale e al paesaggio del Po. L'attenzione per il tema dell'atelier inoltre ha portato a ricostruire all’interno del Museo gli ambienti di lavoro di vari pittori (Goliardo Padova, Tino Aroldi, Palmiro Vezzoni) e dello scultore Ercole Priori.


 
  • Indirizzo: Via Letizia 11
    40136 Bologna
    telefono 3492348646
  • Orario: da Settembre a Giugno, visite su appuntamento tramite il sito.

    Biglietto Intero € 8,00 - Ridotto €5,00
  • Sito internet: sito internet
  • Contatti: @email

Casa Museo Renzo Savini - Bologna

Uomo colto, nato a Bagnacavallo nel 1931, di formazione classica, studia prima al liceo classico presso il Collegio ”Alla Querce a Firenze, si diploma quindi alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Bologna dove incontra Nina de Beni, studentessa della facoltà di Agraria, che poi sposerà. La sua attività quotidiana di professionista e di padre di famiglia è stata costantemente caratterizzata da un fare artistico puntiglioso con una personalissima metodologia. Una ricerca attenta che, iniziata negli anni Sessanta, termina con la scomparsa del protagonista nel 2018.

Nel 1964 commissiona all’architetto Raoul Biancani il progetto della casa costruita con materiali diversi: mattoni a vista, muratura, legno e grandi vetrate. In questo interessante stabile che si sviluppa su tre piani, il pieno dei muri in mattoncino è in costante gioco armonico con le grandi aperture delle finestre. La luce naturale inonda questi spazi, nelle diverse ore del giorno essa esalta prima una zona e poi un’altra, giocando con le superfici e le cromie degli oggetti posizionati all’interno degli spazi stessi.

Manufatti sospesi nel vuoto, lacerti di bassorilievi rinascimentali sono stati da lui incastonati nelle pareti interne ed esterne. Statue di presepe barocco, oltre quelle di stilema rococò, posizionate su grandi e lunghi tavoli le terrecotte di scuola emiliana del Settecento dialogano con anfore e con sculture lignee policrome tardo barocche. Materiali pieni e opachi alternati alle trasparenze dei vetri antichi o di fattura moderna, come il grande lampadario di Venini, oltre a cristalli degli anni Cinquanta.

Non era solo il manufatto artistico che lo interessava, ma anche semplici oggetti lo colpivano, oppure elementi prelevati dalla natura, in particolare modo le pietre, alla stessa stregua di dipinti, terrecotte, sculture lignee, capitelli rinascimentali, fiori in carta di antica fattura, bambole, giocattoli.                                                            

 

 
  • Indirizzo: Via Batticuccolo 4
    48018 Faenza
    Tel. 0545 26209
  • Sito internet: sito internet
  • Contatti: @

Casa Studio Paolo Liverani - Faenza

 

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  • Indirizzo: Via Gaspare Spontini, 15 - 17
    60030 Maiolati Spontini (AN)
    Cell. 347.9426186
  • Orario: Giorni di apertura:
    Aperto su prenotazione previo appuntamento
  • Sito internet:
  • Contatti:

Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini - Maiolati Spontini (AN)

L’edificio che ospita il Museo è la casa che il musicista aveva fatto costruire con l’intenzione di farne la propria residenza al ritorno nella città natale. Il vecchio edificio rurale, acquistato da Spontini nel 1842 dalla famiglia Valchera, venne ristrutturato in stile neoclassico tra il 1843 e il 1846 dall’architetto jesino Ciriaco Santini, in costante contatto epistolare con i proprietari.

Qui Gaspare Spontini trascorse con sua moglie Celeste Erard gli ultimi mesi della sua vita, fino alla morte avvenuta il 24 Gennaio 1851. Dopodiché l’edificio continuò a ospitare i soggiorni majolatesi di Celeste Erard, tornata a vivere in Francia, e divenne sede delle Opere Pie.

Tra 1920 e 1936 fu adibito a Municipio e poi a scuola elementare, tesoreria, farmacia, case popolari, deposito di cerali e magazzino. Solo nel 1951, in occasione del primo centenario della morte, fu trasformato in Museo e, su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione, con Decreto del Presidente della Repubblica 19 Giugno 1951 n.1092, è stato dichiarato monumento nazionale.

Oggi l’Archivio, Biblioteca, Museo “Gaspare Spontini” – strutturato su tre piani – non è solo un luogo di esposizione di cimeli, ma anche un importante centro di studio e ricerca. Il primo piano conserva spartiti, manoscritti musicali, riproduzioni di lettere autografe, foto di scena di allestimenti operistici moderni delle sue composizioni e due fortepiano del 1820 dei Fratelli Erard, l’azienda di strumenti musicali di famiglia della moglie di Spontini. Il secondo piano, invece, presenta un lungo corridoio su cui si aprono le stanze che custodiscono gli ambienti domestici dei coniugi.



 
  • Indirizzo: Via dell’Arringo, I
    06049 Spoleto (PG)
    Tel. +39 0743 46620
  • Orario: Da giugno a settembre:
    i giorni indicati nel calendario
    Mattina: 10,30 – 13,00
    Pomeriggio: 16,00 – 20,00

    Da ottobre a gennaio, da aprile a maggio:
    i giorni indicati nel calendario
    Mattina: 10,00 – 13,00
    Pomeriggio: 15,00 – 19,30

    Casa Menotti è visitabile, su prenotazione, anche nei giorni di chiusura per gruppi di persone, classi di studenti, ricercatori e studiosi, telefonando al n. 0743.46620 o inviando un fax al n. 0743.23261
  • Sito internet: Casa Menotti
  • Contatti: info segreteria

Casa Menotti - Spoleto (PG)

Centro di documentazione del festival dei due mondi

Il Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi di Spoleto, ospitato negli spazi di “Casa Menotti”, si pone come segno di continuità tra passato e presente, e dona forma e contesto al materiale audio, video e fotografico relativo alle edizioni del Festival dal 1958, anno della sua fondazione ad oggi. Questo materiale è stato raccolto, negli anni, dal Comune di Spoleto, dalla Fondazione Festival dei Due Mondi e dalla Fondazione Monini, che lo ha digitalizzato e reso fruibile.

La Fondazione Monini nasce con l’intento di fare di Casa Menotti uno scrigno della memoria.

La nascita del Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi sancisce una stretta collaborazione tra la Fondazione Monini, la Fondazione Festival dei Due Mondi e il Comune di Spoleto, che ha inserito il Centro – aperto al pubblico gratuitamente – nel prestigioso Circuito Museale della città di Spoleto.

Il Centro di Documentazione del Festival dei Due Mondi è un luogo fruibile tutto l’anno, adatto a diversi livelli di visita e di approfondimento. Vi trovano spazio la storia del Festival, la figura del Maestro Gian Carlo Menotti e il legame del Festival tra la città di Spoleto e il contesto culturale internazionale.

Attraverso un allestimento multimediale ed interattivo, vengono presentate le principali tematiche legate al Festival dei Due Mondi e al suo fondatore, il Maestro Gian Carlo Menotti.

Il visitatore ha la possibilità di fruire di contenuti e materiale documentale dall’alto valore storico, culturale e artistico, e può interagire con essi seguendo un percorso che si sviluppa tra i vari piani della casa.

Il visitatore potrà rivivere, attraverso l’uso di scenografie teatrali rivisitate in chiave high tech e multimediale, le atmosfere del Festival: musica, danza, teatro, sceneggiature, internazionalità a confronto, volti noti, scatti di emozioni senza tempo selezionati e raccolti in un percorso interattivo.

 
  • Indirizzo: Fondazione Giuseppe Sarto
    via Giuseppe Sarto 29 - 31039 Riese Pio X (TV)
    Cell. +39 338 2354439
    Fax +39 0423 483050
  • Orario: da martedì a venerdi: dalle 9.30 alle 12.30
    sabato e domenica: 9.30-12.30 / 14.30-17.30 (dopo Pasqua dalle 15 alle 18)

    visite di gruppo SOLO su prenotazione scrivendo all'indirizzo email (vedi sotto) oppure contattando negli orari di apertura il numero 0423 483929 o il cell 338 2354439.

    Chiusura settimanale LUNEDI'
    Il Museo Casa Natale di San Pio X sarà chiuso tutti i lunedì e nei giorni tra Natale e Capodanno (ovvero 25,26,27,28,29,30,31 dicembre e 1 gennaio)
    Chiuso anche i giorni di Sabato Santo e Pasqua, il 1 maggio, il 25 aprile, il 1 novembre e l'8 dicembre.
  • Sito internet: Fondazione
  • Contatti: info Contatti

Museo Casa Natale San Pio X - Riese Pio X (TV)

 

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Casa Museo Maraini alla Pasquìgliora (Molazzana, Lucca)

Casa Maraini si trova in località “Pasquìgliora”, a 982 metri di altitudine dell’Alpe di Sant’Antonio nel Comune di Molazzana, in posizione panoramica sulla Pania Secca.
In questo luogo remoto che è raggiungibile solo a piedi, Fosco Maraini riallacciò i legami con le Alpi Apuane, le montagne della sua giovinezza, cui era talmente legato da decidere di voler essere sepolto nel piccolo cimitero dell’Alpe di S. Antonio. Tra il 1975 e il 2004 - anno della sua morte – Fosco Maraini, passò lunghi periodi di ogni anno in questa casa, dove scriveva libri e articoli tra il silenzio dei boschi, panorami e paesaggi.

“Cercavo un bel posto selvaggio. Un giorno dalla Pania intravidi lontano un tetto rosso. Fu difficile rintracciarlo. Il tetto rosso ricopriva ormai il guscio di una casa abbandonata. Dal 1978, appena posso scappare da Firenze, mi rifugio in questo paradiso. Pasquigliora e dintorni, oggi luoghi abbandonati”.

Quella di Fosco Maraini è una tipologia di casa museo che rappresenta una testimonianza del messaggio di Maraini ma che diventa anche il punto di partenza per una riscoperta e la valorizzazione del territorio in cui è immersa, legato a doppio filo con la figura di Maraini. Un luogo in cui il valore culturale e umano s’intersecano e si fondono per regalare ai visitatori non solo una visita ma una vera esperienza.

Da casa Maraini è possibile percorrere i diversi sentieri  importanti per ammirare le Alpi Apunane, fra cui il Sentiero della Libertà e quello delle Rocchette, lungo il quale in passato Maraini andava ad arrampicare. I sentieri sono in tutto sei, tutti segnalati con i segnavia bianchi e rossi del CAI. Le bacheche descrivono le peculiarità dell’ambiente circostante, oltre alle vicende che legano il territorio a Maraini.


ICONA Sistema Museale Case della Memoria in ToscanaQuesta casa fa parte del Sistema Museale Case della Memoria in Toscana. Visita la pagina con le informazioni ed i video.

 

 
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