GIUSEPPE VERDI (Sant'Agata)

Verdi Giuseppe (Sant'Agata)
  • Indirizzo: Via Verdi, 31 Sant’Agata Villanova sull’Arda (PC) Tel. +39 0523 830000 Fax +39 0523 830700
  • Sito internet: Villa Verdi
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Sant’Agata Villanova sull’Arda

«Questa profonda quiete mi è sempre più cara. È impossibile… ch’io trovi per me ove vivere con maggior libertà»
Sono queste le parole che Verdi usa per descrivere la sua casa di Sant’Agata, luogo in cui scrisse musica, ricevette illustri ospiti e dette prova del suo talento di architetto ed imprenditore agricolo.
Verdi acquistò la tenuta nel 1848 perché vi si stabilissero i suoi genitori. Successivamente furono il Maestro e Giuseppina Strepponi a trasferirsi a Sant’Agata.
Il progetto della Villa così come la si vede oggi è infatti quello che Verdi ha voluto. Fu sempre lui a seguire personalmente l’amministrazione delle terre e la gestione dei contadini, anche quando gli impegni musicali lo portano in giro per l’Europa.
Musica e agricoltura dunque, spirito e concretezza; sono questi gli elementi costitutivi dell’universo verdiano: l’uno e l’altro necessari per comprendere la profondità e la complessità del suo animo.
Attualmente la Villa è abitata dagli eredi del musicista, la famiglia Carrara Verdi, ovvero dai discendenti di Maria Filomena, cugina ed erede universale del Maestro.

Le stanze
Nella Villa sono presenti e visitabili la Cappella dove, per concessione papale, si poteva celebrare la Santa Messa anche nei giorni festivi, la scuderia, la cantina, e infine le carrozze usate dal Maestro.
Tra le stanze visitabili vi è la Camera di Giuseppina Strepponi, una delle cantanti liriche più celebri del suo tempo, che qui morì nel 1897 all’età di 82 anni nel suo letto a baldacchino in stile genovese.
Mobili intarsiati, la statuetta caricatura di Verdi eseguita da Dantan e due bronzi di Manzoni e Verdi sono alcuni degli oggetti che arricchiscono la stanza.
Davanti al letto, si può ammirare un busto di Giuseppina Strepponi, opera eseguita da Pietro Tenerani nel 1842. Lo Spogliatoio attiguo ospita il fortepiano viennese a 6 pedali marca Fritz usato da Verdi.
La Camera da letto di Verdi è senza dubbio il punto focale della visita: qui il Maestro dormiva e lavorava, proprio allo scrittoio posto al centro della sala. Tutto è rimasto così com’era al tempo del Maestro.
Sopra al pianoforte è posto il celebre busto in terracotta di Vincenzo Gemito; in una teca sono conservati i guanti che Verdi usò per dirigere la Messa da Requiem il 22 maggio 1874 in memoria di Alessandro Manzoni per il quale nutriva una profonda venerazione.
Dopo la camera del Maestro vi è lo “Studiolo” che conserva spartiti di canto e piano di tutte le opere verdiane, varie lettere di Verdi e quelle di Cavour del 1861 che lo invitavano a candidarsi, la nomina a senatore del 1874 ed altri importanti documenti.
In una teca, sono conservati il cilindro e la sciarpa in seta bianca ritratti da Giovanni Boldini nel 1886.
Infine la camera n. 157 dell’Hotel et de Milan, l’albergo a pochi passi dal Teatro alla Scala, dove Verdi soleva passare i suoi soggiorni milanesi, nella quale si spense all’alba del 27 gennaio 1901 all’età di 87 anni.
I mobili originali furono prima donati alla Casa di riposo per musicisti e poi qui ricomposti nel 1932.
Nella vetrina sul comò una copia del calco della mano, la camicia da notte indossata dal Maestro quando morì e le palme deposte sul letto dopo la morte.
Alle pareti Verdi e la Strepponi in età anziana.
«Quando sono fra me e me alle prese con le mie note, allora il cure palpita, le lacrime piovono dagli occhi e la commozione e i piaceri sono indicibili»
Lettera a Francesco Maria Piave, 1860

Il parco
Il parco si i estende su una superficie di oltre 6 ettari e conta più di cento specie di piante diverse provenienti da varie parti del mondo. Si possono ammirare banani, la ginkgo biloba e splendide magnolie.
Nel parco riposa il fedele cane Lulù che il Maestro volle ricordare con un cippo sul quale compare l’incisione:
“Alla memoria di un vero amico”.
Il parco accoglie anche una ghiacciaia dove d’inverno si raccoglieva il ghiaccio che si formava sul lago. Coperto di paglia, che fungeva da isolante, consentiva di conservare i cibi freschi per tutta l’estate.
In fondo al parco, il suggestivo viale dei Platani, che Verdi percorreva per andare a controllare il lavoro nei suoi possedimenti.
Il perfetto equilibrio di luci ed ombre, cercato e studiato dal Maestro scegliendo le piante, la disposizione delle statue, della grotta, del laghetto creano uno spazio dove trovare riposo ed ispirazione.

 

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