LORENZO BARTOLINI

Bartolini Lorenzo
  • Indirizzo: via di Savignano 21 Savignano 59021 Vaiano (PO) Tel. +39 0574 988188
  • Orario: La casa è visitabile su prenotazione. Sono possibili visite guidate al borgo medievale di Savignano e agli altri luoghi bartoliniani su prenotazione
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  • Facilitazioni per i soci: Visita guidata

Vaiano (Prato)

In questo “umile e glorioso casolare” (secondo la felice definizione dell’archivista e storico pratese Cesare Guasti), inserita nell’intatto borgo medievale di Savignano, Lorenzo Bartolini nacque in una nevosa giornata il 7 gennaio 1777.
A dodici anni Lorenzo si trasferì a Firenze ed entrò nell’Accademia Fiorentina; ventenne si recò a Parigi allora capitale delle arti figurative. Alla scuola di David, entrò in amicizia con il giovane Ingres e ricevette incarichi importanti. Nel 1808 Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, lo nominò insegnante di scultura nell’Accademia di Carrara. Alla caduta dell’Impero, si stabilì a Firenze, avversato per il suo passato di bonapartista e per i suoi caratteri di innovatore: contro il gusto accademico neoclassico, sosteneva l’imitazione della natura. Di questo periodo è la sua opera più famosa, la Fiducia in Dio (1835, Milano Museo Poldi Pezzoli): di quest’opera esiste una versione in dimensione ridotta nelle collezioni di CARIPRATO (Prato, Galleria di Palazzo degli Alberti). Dal 1837 insegna all’Accademia fiorentina di Belle Arti, ove riprende la sua battaglia anti-classica. Ormai celebre, insignito della Legion d’Onore e membro dell’Istituto francese di Belle Arti, Lorenzo Bartolini venne considerato il vero successore di Canova. La morte, nel 1850, gli impedì di compiere il monumento a Colombo a Genova e quello al principe Demidoff a Firenze. Come già ricordava la lapide posta da Antonio Marini nel 1855, secondo quanto narra Giorgio Vasari nella sua celebre opera Le Vite de’ più eccellenti Architetti, Pittori et Scultori Italiani a Savignano nel 1469 nacque anche Bartolomeo della Porta: fu allievo di Cosimo Rosselli e seguace della predicazione di Girolamo Savonarola, ai cui precetti di austerità conformerà la sua attività artistica. (Testo di Adriano Rigoli)
 
 
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