DANTE 2021

"Omaggio a Dante": le opere dell'artista Paolo Gubinelli

Gubinelli CoverIn avvicinamento al Dantedì, la giornata la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri che cade il 25 marzo, condividiamo con piacere una ricca documentazione relativa all’opera dell’artista Paolo Gubinelli, che ha reso omaggio a Dante Alighieri attraverso la sua arte e che ringraziamo per aver condiviso con noi le proprie opere.

Due, in particolare, sono le mostre che legano Gubinelli al Sommo Poeta: “Segni per Dante. L’opera su carta di Paolo Gubinelli in omaggio a Dante Alighieri”, allestita alla Biblioteca Classense di Ravenna dal 5 settembre al 3 ottobre 2015 e “Omaggio a Dante Alighieri. Paolo Gubinelli, l’opera su carta”, allestita nel 2016 al Monastero della Santa Croce in Fonte Avellana (PU). 

 

Gubinelli Cover

 

SIGNIFICAR PER VERBA (DANTE, PAR.C.I)

BIANCO

Bianco quieto di trasparenze

e di luce

sfoglia i suoi passi

fino a recessi incontaminati.

E’ qui che la mia lotta

s’addensa

e la lama taglia

a scoprire messaggi

al di la.

Sinuosa

e suadente

la mano apre la piaga

ferita ancestrale

necessario varco

alla vita.

Anche oggi t’ho strappata

una parola.

e i miei segni

mi scrivono canti

che tocco

con mano leggera.

Paolo Gubinelli, 1980

 

PAOLO GUBINELLI: L’OMAGGIO A DANTE ALLA BIBLIOTECA CLASSENSE DI RAVENNA

 

«Quale la genesi di un "omaggio a Dante", oggi dedicato a Ravenna? L’occasione per accostare i versi del poeta al mio lavoro artistico si ebbe a Fonte Avellana, quando in una mostra tenutasi nell’anno 2013, installata nei suggestivi spazi della cripta e dello scriptorium del monastero volli accompagnare il mio lavoro ai versi del canto XXI del Paradiso.

L’esperienza continua oggi nella città di Ravenna all’interno dei begli spazi della Biblioteca Classense. Qui l'opera "Segni per Dante", carte incise e acquerellate, parla nel silenzio accanto ai versi di Dante, in un luogo di meditazione “laica”, in una città di Dante. Le carte recanti i versi manoscritti di Dante e le carte incise divengono i segni di un’opera unica, che si propone alla percezione dell’occhio, della mente, della spiritualità dell'osservatore. 

E’ questa la testimonianza che voglio rendere a Dante, quella di un'arte che cerca riposo e preghiera nella biblioteca, di fronte al libro. Per tale ragione l’opera resterà a far parte della collezione Classense, negli spazi dedicati a Dante».

Paolo Gubinelli

 

«L'artista Paolo Gubinelli, la cui lunga e fortunata carriera si è espressa con immutata intensità nelle esposizioni realizzate in tanti luoghi d'Italia e all’estero, e spesso nelle biblioteche, si propone ora a Ravenna, non per la prima volta, e lo fa nel mese di Dante, settembre, in cui si ricorda la morte del poeta, la cui presenza, sempre viva, si fa più acuta e percepita. E nell'approdare a Ravenna ed alla Biblioteca Classense, il maestro marchigiano, poeta della pittura, noto per il suo rapporto di sperimentazione artistica con e sulla carta, nel proporci lirici acquerelli di intensa e assieme delicata suggestione emotiva, accosta il suo lavoro ai versi danteschi. Perchè la biblioteca abbia parola, una parola che non può che passare attraverso i suoi oggetti, abbiamo scelto quale testimone della Commedia da affiancare al lavoro di Gubinelli il più antico manoscritto di Dante posseduto dalla Classense, quel manoscritto classense 6 copiato da un copista padano, Bettino de’ Pili, alla fine degli anni Sessanta del Trecento, a cinquant'anni dalla morte del poeta. Un manoscritto che è frutto di lavoro su di un supporto scrittorio, la pergamena, e che silenziosamente si è compiuto in circostanze che ci restano ignote, sulle tracce di modelli che, da uno all'altro, a ritroso, si avvicinano al lavoro di scrittura del poeta Dante. 

Sulla carta, o sulla pergamena, il poeta prima, il copista poi, tracciano il testo, gli conferiscono quella materialità che noi percepiamo nella coinvolgente esperienza personale della lettura del testo poetico.

Scegliendo i versi di Dante dedicati a Ravenna, estrapolandoli dal contesto del canto di cui fanno parte, ma lasciandoli nella forma che il copista, l'inchiostro, il supporto scrittorio, hanno dato al testo dantesco, abbiamo instaurato un dialogo fra segni, quei Segni per Dante, in omaggio a Dante, che l'artista Gubinelli ha voluto come titolo per la sua mostra, e i versi manoscritti della Commedia. Fra i versi di Dante sono state scelte le parole di Francesca da Polenta, nel canto quinto dell'Inferno, che si definisce in rapporto alla sua originaria città, quella Ravenna stabilmente sotto il potere dei Polentani, di cui Dante riferisce a Guido da Montefeltro nel XXVII dell’Inferno; i versi 121-123 del canto XXI del Paradiso riferiti probabilmente all’insediamento monastico di Santa Maria in Porto fuori presso Ravenna dal pure ravennate san Pier Damiani, identificato con Pietro Peccatore, o Pietro degli Onesti, infine i versi di Purgatorio XXIV in cui il dantesco Paradiso Terrestre trova nella pineta di Classe una reale fonte di ispirazione. Sono versi molto amati e fra i più conosciuti dai lettori, proposti, va ribadito, nella materialità dell'antico manoscritto ravennate.  Paolo Gubinelli è un artista lirico, che si rapporta alla poesia nella costante ricerca del verso poetico come fonte e finalità di creazione artistica; a lui tanti poeti, spesso contemporanei, e fra i maggiori, hanno dedicato loro versi in dialogo con la sua opera.

 Oggi egli propone, in questo omaggio a Dante, una scelta di lavori in cui le pennellate conferiscono forme astratte ai colori sulla carta, attraversata dagli accumuli di materia pittorica che riempiono le incisioni che la solcano, i graffi che la incidono, percepibili come rilievi, al tatto negli originali, all'occhio nelle riproduzioni del catalogo.

Il rimando alla poesia verbale rimane criptico, affidato allo sguardo del fruitore-lettore, alle sue intuizioni, alle sue scelte, alla sua preziosa ed insostituibile performance percettiva e critica».                 

Claudia Giuliani, Direttrice dell’Istituzione Biblioteca Classense Ravenna, 2015

 

Qui è possibile scaricare il catologo completo della mostra Segni per Dante. L’opera su carta di Paolo Gubinelli in omaggio a Dante Alighieri”

 

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“OMAGGIO A DANTE ALIGHIERI. PAOLO GUBINELLI, L’OPERA SU CARTA”

«Ho visitato il Monastero della Croce di Fonte Avellana e sono rimasto veramente colpito dal paesaggio e dalla natura delle pendici del Monte Catria; si trova nel comune di Serra Sant'Abbondio, nella provincia di Pesaro e Urbino. Un vero sogno: il silenzio, la meditazione, il profumo degli alberi, il canto degli uccelli come una vera sinfonia che accarezza la nostra anima nella concentrazione a scoprire ogni minuto nuove scenografie circondate da questo spazio suggestivo.  Notevole impulso diede all'abbazia l'opera di San Pier Damiani, che qui divenne monaco nel 1035 e Priore dal 1043. “Sono stato ospitato dai monaci per esprimere di nuovo la mia espressione artistica in questo luogo essenziale”. Stimolato dalla fantasia e dalla concentrazione, ho creduto opportuno costruire un progetto per rendere omaggio a Dante Alighieri. L'Eremo viene citato nella Divina Commedia (Paradiso, canto XXI) da Dante Alighieri, il quale sembra che ne sia stato anche ospite. 

Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo. 

Nel 2013 nella suggestiva cripta installai tre carte tonde con segni in rilievo, sospese sopra l’altare con un filo trasparente agganciato al soffitto. Queste opere possono simboleggiare l’ostia, in un momento di preghiera e di concentrazione, i segni in rilievo accompagnano il nostro sguardo dall’alto per comporre una nota musicale accompagnata dalla parola. Avanti l’altare si trova un leggio con un libro grande di carta a mano e graffi in rilievo per rendere un pensiero a chi sente lo spessore del segno come un vero canto che ci accompagna nel silenzio in uno spazio lirico e profondo.

Nel 2013 nella Sala Giovanni da Lodi invece installai opere su polistirolo trasparente con piegature, incisioni e colori acquerellati, opere verticali che scendono dall’alto come papiri. Queste opere rappresentano uno spazio mentale “colore-spazio-luce”. L’opera richiama l’attenzione all’ambiente con ombre e luci che riflettono nelle pareti, sono tutt’uno come uno spartito musicale, luogo dello spirito, luogo di serenità, luogo di concentrazione, di meditazione e di preghiera in una funzione moderna che coinvolge l’opera attraverso il nostro sguardo. 

Ho voluto rendere “omaggio a Dante Alighieri” con una cartella, opera originale su carta, incisioni colori sfumati delicati a cera accompagnati da versi del Paradiso, canto XXI (28-45)-(106-111)-(139-142). Quest’opera esposta, a fine mostra, verrà donata alla famosa Biblioteca Moderna ed andrà ad arricchire il patrimonio già famoso per la presenza di tanti importantissimi documenti.

Mentre nel 2015 l’anno delle celebrazioni Dantesche la direttrice dott.ssa Claudia Giuliani organizzò un progetto “omaggio a Dante Alighieri” accompagnato da mie opere su carta “segni per Dante” nella prestigiosa e storica Biblioteca Classense nella suggestiva sala della “Manica Lunga” del Comune di Ravenna.

Nell’anno 2016 sono ospitato per la seconda volta ad esporre la mia opera presso il suggestivo spazio architettonico (lo Sciptorium) del Monastero della Croce di Fonte Avellana. Queste opere possono simboleggiare un momento di preghiera e di concentrazione, i segni dedicati a (Dante) sono graffiati su carta a mano  acquerellati che accompagnano i versi di Dante, come un libro dove c’è l’impronta del segno e un vero canto che ci accompagna nel silenzio e nella meditazione in uno spazio lirico e profondo della memoria. Ringrazio i Monaci che hanno accolto con interesse e per la seconda volta ospitato questo importante mio progetto».

Paolo Gubinelli

 

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PAOLO GUBINELLI: BIOGRAFIA 

Nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Emilio Isgrò, Umberto Peschi, Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Emilio Scanavino, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. 

Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero.

Nel 2011 ospitato alla 54 Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, installazione di n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.

Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:

Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini, Mariano Apa, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Paolo Bolpagni, Mirella Branca, Vanni Bramanti, Anna Brancolini, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Ornella Casazza, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Roberto Cresti, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Fabrizio D’Amico, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Luigi Paolo Finizio, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Carlo Franza, Francesco Gallo, Roberto Luciani, Mario Luzi, Marco Marchi, Luciano Marziano, Lara Vinca Masini, Marco Meneguzzo, Fernando Miglietta, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Elena Pontiggia, Pierre Restany, Davide Rondoni, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Claudio Strinati, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi. 

Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani e stranieri: 

Adonis, Alberto Bertoni, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Anna Buoninsegni, Enrico Capodaglio, Alberto Caramella, Roberto Carifi, Ennio Cavalli, Giuseppe Conte, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De Signoribus, Gianni D’Elia, Luciano Erba, Giorgio Garufi, Tony Harrison, Tonino Guerra, Emilio Isgrò, Clara Janés, Ko Un, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Alessandro Moscè, Roberto Mussapi, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Feliciano Paoli, Titos Patrikios, Umberto Piersanti, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Tiziano Rossi, Roberto Roversi, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Antonio Santori, Frencesco Scarabicchi, Fabio Scotto, Michele Sovente, Maria Luisa Spaziani, Enrico Testa, Paolo Valesio, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.

 Stralci critici:

Giulio Angelucci, Biancastella Antonino, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Bongiani Sandro, Fabio Corvatta, Nevia Pizzul Capello, Claudio Di Benedetto, Debora Ferrari, Antonia Ida Fontana, Franco Foschi, Mario Giannella, Armando Ginesi, Claudia Giuliani, Vittorio Livi, Olivia Leopardi Di San Leopardo, Luciano Lepri, Caterina Mambrini, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Neri, Franco Patruno, Roberto Pinto, Anton Carlo Ponti, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Luisa Spaziani, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.

 

Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.

In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.

Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta lirico musicale.  Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati.

Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, plexiglass, vetro con segni incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico.

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