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“Gli scialli di Orenburg”: una mostra diffusa L’esposizione passa anche dalle Case della Memoria di Prato

“Gli scialli di Orenburg”: una mostra diffusa
L’esposizione passa anche dalle Case della Memoria di Prato

Una mostra diffusa che coinvolge anche leCase della Memoria di Leonetto Tintori a Prato e di Agnolo Firenzuola a Vaiano.  Sarà inaugurata sabato 12 maggio alle 16.30 a Palazzo Buonamicia Prato (via Ricasoli 17) “Intrecci di Storie - Da Prato agli Urali. Gli scialli di Orenburg” che coinvolge le otto realtà della rete “Ti porto al Museo” dislocate lungo tutto il territorio provinciale, da Artimino a Vernio. 

La mostra, resa possibile grazie alla disponibilità del Museo regionale di Belle Arti di Orenburgche possiede una collezione di scialli unica e di fama mondiale, è nata da un’idea di Adriano Rigolipresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria e coordinatore delMuseo della Badia di Vaianoe gode del patrocinio dell'Associazione Nazionale Case della Memoria e dell’Iclm, il Comitato Tematico di Icom per i Musei di Scrittori e Musicisti la cui presidente è Galina Alekseeva del Museo Tolstoj di Yasnaya Polyana. Gli altri patrocini: Comuni di Prato, Carmignano, Poggio a Caiano, Vaiano, Vernio; Associazione Italia-Russia; Lanificio Bisentino; Pooltrend.

Fino al 22 luglioil tema dei preziosi scialli di Orenburg, famosi in tutto il mondo, sarà  declinato sulle diverse peculiarità espresse da ognuno degli otto musei che ospita la mostra: Museo di Scienze Planetarie e Centro di Scienze Naturali,Museo della Deportazione e Resistenzae Casa Museo Leonetto Tintoria Prato, Museo Archeologico di Artimino,Museo Ardengo Sofficidi Poggio a Caiano, Museo della Badia di San Salvatore – Casa della Memoria di Agnolo Firenzuolaa Vaiano e Museo delle Macchine Tessilidi Vernio. 

In particolare, al Museo della Badia di Vaiano (piazza Agnolo Firenzuola 1), sarà ospitata una sezione dal titolo "Nell'armadio dell'abate”, che sarà inaugurata domenica 13 maggio(ore 17) nell’antica gualchiera del Monastero, alla presenza del direttore del Museo di Orenburg Yuiriy E. Komlev, del sindaco di Vaiano Primo Bosie del coordinatore del Museo della Badia Adriano Rigoli. E poi musica jazz nel chiostro con i The Quartet e apericena (con contributo volontario; prenotazione consigliata al 328.7550630). Allestita nella Sala dell'antica gualchiera dei monaci di Vaiano nella quale sono state ritrovate tre vasche risalenti al XII-XIV secolo che servivano per la finitura, il lavaggio e la tintura dei tessuti di lana, l’esposizione metterà a confronto le origini dell’arte della lana pratese con la lavorazione tradizionale degli scialli di Orenburg. 

Inoltre, in occasione di Amico Museo 2018la mostra “Nell'armadio dell'abate” e il Museo della Badia di Vaiano saranno aperti straordinariamente con visita guidata la sera di venerdì 18 maggio, Giornata Internazionale dei Musei di ICOM, e sabato 19 maggioin occasione della Notte Europea dei Musei (Nuit Europèenne des Musèes) con orario 21-23.

Alla Casa Museo Leonetto Tintori(via di Vaianella 16, Figline) ecco invece “Trame d’arte. Immagina un restauro”, per immaginare il restauro che Tintori avrebbe potuto fare in Russia. Il collegamento nasce sulla figura di Gianmarco Piacenti, ex collaboratore di Tintori, che ha restaurato in Russia monumenti lignei dell’isola di Kizhi in Karelia, la Cattedrale del Monastero della resurrezione nei pressi di Mosca e la reggia di Caterina la Grande a Tsarkoje Selo, vicino a San Pietroburgo.

Convegno “Guerricchio e Scotellaro - la pittura sotto il segno della poesia” Sabato 12 maggio (ore 16)| Aula Esami dell’Università Pegaso in Viale della Certosa a Padula (SA)

Convegno “Guerricchio e Scotellaro - la pittura sotto il segno della poesia”
Sabato 12 maggio (ore 16)| Aula Esami dell’Università Pegaso in Viale della Certosa a Padula (SA)

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Il segno del sacro 12-24 maggio 2018| Palazzo Pegaso, Firenze

Il segno del sacro
12-24 maggio 2018| Palazzo Pegaso, Firenze

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Giacomo Puccini e le arti visive 18 maggio-23 settembre 2018| Fondazione Ragghianti, Lucca

Giacomo Puccini e le arti visive
18 maggio-23 settembre 2018| Fondazione Ragghianti, Lucca

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Indro e Destà. Una replica della Fondazione Montanelli Bassi

Indro e Destà. Una replica della Fondazione Montanelli Bassi

Abbiamo ricevuto via mail dalle autoproclamatesi “Indecorose” l’invettiva, già comparsa nei giorni scorsi sulla stampa, con la quale Indro Montanelli viene da esse accusato di essere stato “fascista, revisionista, conservatore e colonialista”. Epiteti che non avrebbero scandalizzato Indro, visto che egli, come ha sempre ammesso, al fascismo aveva aderito in giovanissima età, per poi abbandonarlo sul finire degli anni Trenta; la qualifica di revisionista l’avrebbe accettata volentieri, poiché lo storico non può che essere così; conservatore si era sempre ritenuto lui stesso e colonialista lo è stato nel senso che ha partecipato alla guerra di Etiopia accanto a tanti altri giovani italiani.  

A queste accuse però le Indecorose ne hanno aggiunta un’altra profondamente ingiusta: Indro avrebbe usato violenza contro la giovane Destà, la ragazza abissina “comprata” secondo la tradizione del madamato, ossia l’usanza di assegnare una compagna ai militari italiani presenti in Etiopia.  La Fondazione Montanelli Bassi si è già espressa in merito (Un'accusa ingiusta e strumentale)  sottolineando il carattere pubblico dell’unione tra Montanelli e Destà e il fatto che essa era condivisa e anzi sollecitata dalla popolazione locale, in particolare dallo Sciumbasci, ossia l’aiutante indigeno di Indro, che gli aveva presentato la ragazza. Per quanto possa essere ritenuta deprecabile, tale usanza non aveva niente di occulto o di violento, tanto che al primo figlio che ebbe in seguito da un successivo matrimonio Destà impose il nome di Indro. Davvero uno strano modo di evocare la presunta violenza subita da parte del giornalista!  E, sempre a proposito di nomi, non ci resta che ricordare il terzo imposto dal padre a Indro, dopo quello del nonno (Alessandro): Schizogene, ossia “seminatore di zizzania”. Nome fino ad oggi profetico più di ogni altro, come rivela quest’ultima polemica.
Aggiungiamo sull’argomento due articoli usciti recentemente, quello a firma di Maurizio Giannattasio comparso sul Corriere della Sera (Ed. Milano) del 30 aprile 2018 e quello di Paolo Di Paolo pubblicato su Repubblica (Ed. Milano) il 3 maggio del 2018.

I testi dei suddetti articoli potranno essere visionati sul nostro sito www.fondazionemontanelli.it

San Gimignano (Si) | “Vallombrosani in Toscana. Insediamenti Monastici nelle tavole di Massimo Tosi”

San Gimignano (Si) | “Vallombrosani in Toscana. Insediamenti Monastici nelle tavole di Massimo Tosi”

Fino al 17 giugno nella chiesa di San Jacopo al tempio di San Gimignano (Si) è allestita la mostra “Vallombrosani in Toscana. Insediamenti Monastici nelle tavole di Massimo Tosi”, realizzata in collaborazione con il monastero di San Girolamo e l’associazione “Pietre Vive. Al monastero con arte”.

Nell’ambito della mostra si tiene anche il ciclo di incontri sul tema “Storia e spiritualità nel Monastero di San Girolamo dell’Ordine Vallombrosano”. Gli appuntamenti, aperti a tutti, sono ospitati nella chiesa di San Jacopo al Tempio presso il Monastero di San Girolamo (via Folgore 30, San Gimignano).

MOSTRA VALLOMBROSANIPietre vive



























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