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Giovanni Michelucci tra i "Maestri di Resilienza" al Padiglione Italia della 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia

Fino a domenica 21 novembre 2021, il lascito culturale de "La Città Variabile" di Giovanni Michelucci è presente alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia con un'installazione nel Padiglione Italia curato da Alessandro Melis, presso le Tese delle Vergini in Arsenale.

La Mostra Internazionale dal titolo "How will we live together?" curata da Hashim Sarkis e organizzata dalla Biennale di Venezia, comprende le opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi, suddivise nelle cinque aree tematiche: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet.

Il Padiglione Italia "Comunità Resilienti", sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, affronta il cambiamento climatico e la sostenibilità del sistema urbano, produttivo e agricolo, riflettendo sui meccanismi di resilienza delle comunità.
Lo stesso padiglione è ideato come una comunità resiliente costituita da 14 "sotto comunità", intese come laboratori operativi, centri di ricerca o casi studio che testimoniano lo stato dell'arte in Italia e propongono approfondimenti sulle sperimentazioni interdisciplinari tra architettura, botanica, agronomia, biologia, arte e medicina.

Il pensiero michelucciano si inserisce nella sezione DESIGN(ING): "Dal cucchiaio alla città", di Paolo Di Nardo e Francesca Tosi, che affronta le tematiche di Media Cities, Design, Maestri di Resilienza e Rigenerazione. In questo contesto la città media italiana diviene modello di equilibrio e resilienza, attraverso un approccio olistico all'architettura, in una continua contrapposizione fra esistente e nuovo che culmina nella rigenerazione. La prospettiva storica viene qui interpretata attraverso la lezione dei grandi maestri dell'architettura organica, del radicalismo e della bioarchitettura come Giovanni Michelucci, Vittorio Giorgini, Gianni Pettena e Massimo Pica Ciamarra.

La presenza di Michelucci alla Mostra Internazionale di Architettura, a trent'anni dalla sua scomparsa, dimostra come le suggestioni espresse nel suo scritto "La Città Variabile", con il quale nel 1953 inaugurò l'anno accademico presso l'Università di Bologna, risultano ancora attuali e necessarie per progettare il futuro. Per questo "Maestro di Resilienza" l'organismo città è infatti democratico e variabile poiché «quanti più interessi rispecchia, quanti più argomenti propone ai tecnici ed agli artisti, tanto più consente di precisare la forma che è il documento più valido di un tempo e di una società ricca d'iniziativa; ed è documento nel quale ogni uomo trova o ritrova sé stesso ed i propri pensieri e le proprie aspirazioni migliori.»

La selezione dei documenti in mostra, a cura di Andrea Aleardi, Alessandro Masetti e Nadia Musumeci, prevede non solo il testo de "La Città Variabile", ma anche la potente immagine metaforica di approdo e rinascita de "L'Arca incagliata nella roccia" (1987) e un'animazione digitale creata a partire dagli schizzi per il visionario progetto per un Centro sportivo (1980-1985) che sarebbe dovuto sorgere a Prato, una delle città protagoniste del Padiglione.

L'appuntamento veneziano si inserisce tra gli eventi conclusivi del programma di iniziative culturali promosse in occasione del Trentennale della scomparsa dell'architetto Giovanni Michelucci (1990-2020) che ha visto la Fondazione Michelucci impegnata a partire da settembre 2020 in una serie di manifestazioni in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Fiesole, il Comune di Firenze, il Comune di Pistoia e altri enti, istituzioni e soggetti per celebrare questo importante anniversario.

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