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  Il Castello Donnafugata nel nascente Ecomuseo di Ragusa

Il Castello Donnafugata nel nascente Ecomuseo di Ragusa

Il Castello Donnafugata nel nascente Ecomuseo di Ragusa
La giunta municipale approva l’atto d’indirizzo


Il Castello di Donnafugata del Comune di Ragusa facente parte della lista della Rete Nazionale Case della Memoria sarà protagonista del nascente Ecomuseo, insieme a tante risorse artistiche, storiche, culturali, ambientali che contraddistinguono il territorio Ragusano. Un territorio che non sarà inteso solo per le sue suggestive connotazioni fisiche ma anche come storia della popolazione che ci vive.

E’ stato dunque avviato il primo step dell’iter di costituzione di un Ecomuseo a Ragusa, denominato CARAT. La giunta municipale ha deliberato un atto d’indirizzo politico-amministrativo, da proporre successivamente all’esame del consiglio comunale, per la costituzione dell’ecomuseo, quale forma museale permanente senza fini di lucro al servizio della comunità, mirata a tutelare e valorizzare le peculiarità materiali ed immateriali presenti nel territorio comunale.
Con legge regionale n. 16 del 2 luglio 2014 sono stati costituiti gli Ecomusei della Sicilia, mentre nel febbraio del 2017 sono state approvate le linee guida per l’individuazione dei criteri e dei requisiti minimi per il riconoscimento della qualifica di Ecomuseo e successivamente il “formulario di presentazione”.
Molteplici gli obiettivi legati alla realizzazione dell’Ecomuseo, dall’incentivare l’identità locale ed il senso di appartenenza attraverso la valorizzazione della storia e della cultura della comunità, con il coinvolgimento della cittadinanza, ad istituire itinerari di visita, attivare iniziative rivolte alla ricerca scientifica e didattico-educativa ed alla catalogazione e documentazione riguardanti la storia, le tradizioni, le testimonianze materiali e immateriali per la fruizione pubblica, contribuire a rafforzare i flussi turistici nel territorio e favorire la tutela dell’ambiente e la conservazione e valorizzazione degli ambienti di vita e di lavoro tradizionali, le tradizioni religiose, culturali e ricreative, i prodotti tipici, l’utilizzo delle risorse naturali, delle tecnologie produttive, delle fonti energetiche e delle materie prime, come anche costituire reti per la promozione della sostenibilità e per la realizzazione di attività e servizi connessi alla valorizzazione del territorio, favorendo anche la partecipazione aperta con associazioni, enti, privati, università e scuole attraverso la stipula di protocolli d’intesa.
Con lo stesso atto deliberativo la giunta municipale ha dato mandato al sindaco di nominare un comitato tecnico-scientifico che dovrà redigere lo schema di statuto dell’organismo con la definizione delle linee di indirizzo.
“Nasce l’Ecomuseo di Ragusa, un grande progetto culturale con cui intendiamo valorizzare ciò che siamo - spiega il sindaco Peppe Cassì - Un ecomuseo è un’istituzione, riconosciuta per legge, ampia, che include patrimonio materiale e immateriale. Il nostro partirà dall’altopiano, con la tradizione contadina e le masserie, proseguirà con il Castello e tutta l’area di Donnafugata per poi entrare nel nostro centro storico UNESCO.
Andando verso Ibla si passerà da Cava Gonfalone e Vallata S. Domenica, per proseguire nell’aspetto naturalistico con le miniere e le cave dell’Irminio, e verso mare, con i bunker e il Riparo sotto roccia, tra i più antichi insediamenti preistorici d’Europa. È un grande percorso che comincia oggi, con una delibera di Giunta – sottolinea il primo cittadino - e proseguirà attraverso tavoli di lavoro aperti alla città. Lavoreremo insieme per mettere in rete i siti, renderli accessibili e valorizzarli, dando ai turisti l’opportunità di scoprire Ragusa per più giorni e ai ragusani di vivere a pieno il loro patrimonio. Il nostro ecomuseo si chiamerà “CARAT”, ovvero Cultura, Architettura Rurale, Ambiente e Territorio; un suono che richiama l'antico termine arabo del seme del carrubo, utilizzato come unità di misura per la definizione del carato. Una metafora di Ragusa, che ha nell'identità del suo territorio un valore prezioso”.
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