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Miti e riti del Candomblé del Brasile.

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Per il ciclo 'viaggi'
Incontro sul tema: Miti e riti del Candomblé del Brasile.

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Sabato 13 gennaio 2018, ore 17 Palazzo della Volta, Via G. di San Giorgio 2, Fucecchio
Interverrà Francesca Bassi, Antropologa, docente presso l’UFRB (Universidade do Recôncavo da Bahia), Brasile
info@fondazionemontanelli.it www.fondazionemontanelli.it

Stazione Marconi a Coltano (Pisa), da luogo simbolo della Storia a edificio fantasma, l'appello delle Case della Memoria

Stazione Marconi a Coltano (Pisa), da luogo simbolo della Storia a edificio fantasma, l'appello delle Case della Memoria

Il presidente Rigoli e il vicepresidente Capaccioli 2 copiaUn luogo di Scienza e di Storia abbandonato al degrado e all’incuria. L'Associazione Nazionale Case della Memoria si unisce all'appello di Elettra Marconi per il recupero della Stazione Marconi di Coltano (Pisa), il luogo scelto da suo padre per costruire la prima stazione radio italiana. Un appello che la figlia del premio Nobel per la fisica ha affidato ai microfoni del Tg1, denunciando le condizioni dell’edificio situato nella campagna pisana da cui, nel 1910, è partito il primo messaggio radio che dall'Europa raggiunse l'Africa.

«Si tratta di un luogo altamente simbolico – affermano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria –. Un luogo in cui Guglielmo Marconi ha fatto la Storia e che adesso è ridotto a un edificio fantasma. Riteniamo che sia doveroso fare il necessario per riportarlo al più presto in condizioni ottimali e rendere così fruibile a tutti un luogo di Scienza dal valore inestimabile. E magari vederlo diventare in futuro una nuova Casa della Memoria di Guglielmo Marconi».

Incontri di Storia Toscana 2018

La Fondazione Montanelli Bassi in collaborazione con il Comune di Fucecchio presenta il nuovo ciclo degli
"Incontri di storia toscana" (XXIII edizione), sul tema:

"Vite quotidiane. Interessi, affetti, relazioni familiari nella Toscana moderna (secoli XVI-XIX)."

Ciseri Famiglia

Ecco il programma degli incontri:


Sabato 20 gennaio, ore 17 Roberto Bizzocchi Vivere da nobili e da borghesi. Affetti e interessi nelle famiglie toscane in età moderna.

Sabato 27 gennaio, ore 17 Rossano Pazzagli, Famiglia e podere: vita domestica e comportamenti familiari nel mondo mezzadrile toscano.

Sabato 3 febbraio, ore 17 Giovanni Cipriani, Vita avventurosa di Nicolò Venerosi Pesciolini dei conti di Strido, cavaliere di Santo Stefano (secoli XVI-XVII).


Gli incontri si terranno presso l'auditorium della Fondazione Montanelli Bassi, Palazzo Della Volta, via G.di San Giorgio 2, Fucecchio. Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.fondazionemontanelli.it

Nuovi orari di apertura della Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli (Perugia)

Nuovi orari di apertura della Casa Museo degli Oddi Marini Clarelli (Perugia)

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Lucca | La Fondazione Giacomo Puccini e la Delegazione FAI Lucca e Massa Carrara celebrano insieme il 159° compleanno di Giacomo Puccini

Lucca | La Fondazione Giacomo Puccini e la Delegazione FAI Lucca e Massa Carrara celebrano insieme il 159° compleanno di Giacomo Puccini

IMG 20171222 WA0007La Fondazione Giacomo Puccini ha celebrato il compleanno del Maestro facendogli un regalo: grazie alle donazioni dei soci e di tutti coloro che hanno visitato la Villa di Viareggio, il FAI ha a sua volta donato all'Archivio della Casa Natale di Giacomo Puccini quattro figurini e una tavola di attrezzeria realizzati da Umberto Brunelleschi per i costumi e gli oggetti per la messa in scena di Turandot. Faranno da corredo allo splendido abito della Regina dal cuore di ghiaccio in mostra al Museo.
In una semplice, ma sentita cerimonia la delegazione FAI di Lucca e Massa Carrara ha donato il figurino n° 20 “Fanciulle del corteo”; il figurino n° 28 “Fantasmi”; il figurino n° 34 “Persiane”; il figurino n° 37 “Schiava coreana” e la tavola di attrezzeria 1 “Stendardo della tigre”. I figurini fanno parte della serie di 42 pezzi che Casa Ricordi pubblicò in tiratura limitatissima nel 1926. Si tratta di una donazione che arricchisce ulteriormente la dotazione archivistica della Fondazione, utile centro di documentazione per studiosi del Maestro e del melodramma.
Umberto Brunelleschi, (Montemurlo, Firenze, 21 giugno 1879 – Parigi, 16 febbraio 1949), pittore, disegnatore pubblicitario, scenografo e costumista, introdotto negli ambienti artistici parigini, amico e collaboratore dei maggiori artisti francesi attivi tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, venne contattato da Giacomo Puccini, che nella fase in cui stava ultimando l’opera, già pensava all’allestimento della sua Turandot. In una lettera del 26 febbraio 1924 Giacomo Puccini gli scrive: “Caro Brunelleschi, Turandot è quasi a fine. Penso a lei per i figurini. Potrà e vorrà farmeli? Io spero di sì. Ci terrei molto ad avere la sua arte accoppiata alla mia. Per le scene ho pensato a Galileo Chini, che credo farà belle cose e originali. L’opera è forte e in alcune parti grottesca. Non ha carattere settecentesco gozziano. Deve essere una China remota e antichissima. Spero che la sua arte si sposerà bene con l’arte di Chini. Quando ha occasione di venire in Italia? Perché è necessario che noi tre ci si veda. L’editore Ricordi ha approvato la scelta dei miei collaboratori. Aspetto da lei un rigo di risposta e di consentimento….”. I figurini non vennero però realizzati per la prima esecuzione di Turandot (Milano, Teatro alla Scala, 25 aprile 1926) – per la quale si preferirono quelli di Caramba (costumista della Scala) - ma per quella di Roma (Teatro Costanzi, 29 aprile 1926) e poi impiegati per quella di New York al Metropolitan Opera House il 16 novembre 1926).
La Fondazione Giacomo Puccini ringrazia il FAI per la donazione e per la costante e reciproca collaborazione-

COME CREARE UN VIAGGIO NEL MITO E NELLA MODA DELLA “BELLE EPOQUE”

COME CREARE UN VIAGGIO NEL MITO E NELLA MODA DELLA "BELLE EPOQUE"
Di Filippo Moncada

“Belle Epoque: mito e moda della gioia di vivere”. Un titolo che già preannuncia il percorso emozionale di una mostra suggestiva che si snoderà nei prestigiosi ambienti del castello di Donnafugata (RG) uno dei Musei inseriti nel circuito nazionale delle case della memoria.
Il museologo, Giuseppe Nuccio Iacono, curatore della mostra, offre ai visitatori un’altra esperienza espositiva di successo (come le precedenti), grazie anche, come lui stesso desidera specificare, al contributo della sua equipe che man mano ha formato nel settore e che ha scelto per la passione e competenza particolare di ciascuno: Giuseppe Cosentini, Simona Occhipinti, Antonio Sortino Trono e Giancarlo Tribuni Silvestri.
Come afferma il curatore: “organizzare una mostra sul costume richiede uno studio attento sulle caratteristiche stilistico-sartoriali di ciascun pezzo. Non solo, bisogna anche far parlare le opere esposte. L’allestimento deve essere il mezzo per ascoltare le storie di ogni abito. Hanno tanto da raccontare o da sussurrare”.
Questa è la forza che segna ogni particolare di un progetto dove ogni composizione e posizione non è a caso.
“Inoltre, continua Giuseppe Nuccio iacono, ogni pezzo esposto emana una forza armonica che può raggiungere una intensità enorme. E quando scopro che lo spazio o l’ambiente che contiene gli abiti ha anch’esso una voce tenuta in silenzio da troppo tempo cerco di sprigionarla. Così, accade qualcosa di straordinario: sfuma ogni limite fisico tra spazio espositivo (contenitore) e oggetto esposto (contenuto) e si viene a generare un maggior coinvolgimento spazio temporale del visitatore”. 
Ed è proprio per questo che, come è accaduto in altri suoi allestimenti (“Les marchands” al Musèe Gadagne a Lione o per la “Biblioteca svelata” a Donnafugata), il curatore sente la necessità di dilatare e inglobare spazi architettonici significativi legati al tema conduttore e negati al pubblico da troppo tempo.
Quest’anno sarà aperta una stanza da letto del primo ‘900, del quartiere di Ignazia Arezzo Crescimanno duchessa di Albaforita. Non è un caso limitato allo stile del tempo che sfiora i mobili della camera perché la Duchessa Ignazia D’albafiorita fu un indiscusso protagonista del mondo festoso e spensierato della “Belle Epoque di Donnafugata”.
Persino le cronache del tempo citavano la “belle vie” del Castello. Per far un esempio Giuseppe Nuccio Iacono ci mostra un articolo del settembre 1901:
“Là, è una continua festa …, un modo sempre nuovo di esilerare lo spirito. Il tempo trascorre rapidissimo, essendo mille i modi per poterlo occupare piacevolmente. Or si giuoca, or si chiacchiera ed or si passeggia per quella splendida terrazza o pei viali ameni e fioriti … Di sera poi nel Castello si fa della musica e del canto, dei giuochi di società graziosissimi, balli dilettevoli. Vi è perfino un elegante e simpatico teatrino, ove sappiamo essersi recitate quest’anno, esilerantissime commedie … e a queste graziose commedie non disdegnavano di prendere parte (così come si fa nelle grandi città) le distinte, gentili virtuose signore”.

Tra i vestiti che segnarono la Belle Époque, il percorso di visita sarà scandito da alcuni abiti importantissimi sia perché appartennero a personaggi illustri sia, perché ciascuno ha un segreto da raccontare. Tra questi il ricchissimo abito da Grande Soirée di Donna FRANCA FLORIO; l’abito di WILLY FERRERO, l’Enfant prodige che sconvolse il mondo intero e che, già all’età di 6 anni, veniva chiamato alla corte di Zar, Imperatori, Re e Papi per dirigere orchestre (benché non sapesse ancora leggere gli spartiti). Presente all’appello anche l’abito del grande maestro compositore PIETRO FLORIDIA, genio modicano. E una carrellata di storia, arte, moda, politica ed economia sulla Belle Époque è concentrata nel piccolo spazio Video. La mostra sarà aperta fino al 31 marzo 2018… anche se non mancheranno visitatori, curiosi, esperti del settore che chiederanno una proroga
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