Notizie

Riapertura Fondazione Montanelli Bassi  1 settembre 2019| Fucecchio (Fi)

Riapertura Fondazione Montanelli Bassi 
1 settembre 2019| Fucecchio (Fi)

Si ricorda che la Fondazione Montanelli Bassi riaprirà al pubblico domenica 1 settembre con il consueto orario (martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 15 alle 19).

Per l'occasione sarà possibile visitare gli Studi di Indro Montanelli e la collezione Arturo Checchi. A disposizione quindi la sala lettura per studio e consultazione volumi.

Per ulteriori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.fondazionemontanelli.it

FESTIVAL VERGHIANO A DONNAFUGATA

Festival verghiano al castello dI Donnafugata

Un magnifico successo al Castello di Donnafugata per “La Lupa” scritta e diretta dal regista Lorenzo Muscoso ha entusiasmato ed emozionato il pubblico presente proveniente da tutta Italia.
Continuano a piovere commenti positivi su ogni fronte, parole d’oro anche da parte degli attori dell’Accademia di Dario Fo e Franca Rame che erano tra i presenti. L’evento, prodotto dalla Dreamworld Pictures in collaborazione con il Comune di Ragusa, il Sindaco Giuseppe Cassì e l’Assessore al Turismo Ciccio Barone, è stato introdotto da Giuseppe Nuccio Iacono, Manager Culturale e Direttore Artistico della Struttura che ha espresso considerazioni su come la “Politica debba essere sempre al servizio della cultura... e non la cultura al servizio della Politica" e dalla Dott.ssa Corrada Iacono, Presidente della Commissione Turismo che ha messo in evidenza l’impegno dell’Amministrazione per dare al territorio ibleo una stagione estiva di qualità.
Passione e tormento si sono manifestate nel suggestivo scenario adattato dall’autore in una messa in scena alternata tra esterni e interni che hanno valorizzando l’architettura neogotica dell’intero edificio con movimenti dinamici tra le scale e spazi frontali che hanno dato ai centinaia di presenti la sensazione di vivere all’interno di un film, dall’arrivo del cantastorie e la ricostruzione del mercato di paese, alla processione in preghiera che veniva dal fondo dei giardini con le candeline accese. Una scenografia intimista, studiata nei minimi dettagli, dagli elementi in campo, al soffuso delle ceri disposti lungo i vari punti dell’ambiente alle definizione cromatiche delle luci al fine di creare un linguaggio tra lo stato emotivo dei vari personaggi e lo svelamento drammatico. Tantissimi i commenti ricevuti, tutti rimasti meravigliati dall’originale trasposizione creativa che continua a creare numeri importanti, con il ritorno anche di quella parte di audience che aveva assistito alla performance a Ragusa Ibla. Il regista, che ha curato anche la scenografia, sottolinea come ogni rappresentazione costituisce un’esperienza a sé, e la messa in scena è il risultato di un’analisi attenta della location e di una direzionale complessa al fine di creare un dinamismo filmico affascinante. Performance con la storico cast formato da Germano Martorana (Malerba), Giuseppina Vivera (Gna Pina), Adriano Gurrieri (Nanni Lasca), Greta D’Antonio (Maricchia), Alessandro Campo (Bruno), Giada Carnemolla (Ballerina), Luciano Busacca (Cantastorie), Marzio Penna (Narratore), Bellamorea (musicisti) e il gruppo figuranti “Le Nove Province di Cettina Belfiore”, con l’ingresso anche di Giorgio Marlemi (Prete) e Umberto Lo Presti (venditori), che hanno reso tutto assolutamente perfetto e veritiero. Spettacoli divenuti unici nell’immaginario collettivo e che stanno portando in alto e in giro per il mondo il nome di Giovanni Verga e questo risultato si configura di buon auspicio per gli eventi verghiani su Matera 2019 e in Puglia previsti prossimo mese.
come afferma l'Arch. Giuseppe Nuccio Iacono, referente per la Sicilia della Rete Nazionale Case museo della Memoria "Sarebbe auspicabile in un futuro, non tanto lontano, vedere le rappresentazioni teatrali del Festival Verghiano in scena in alcuni siti legati alle case Museo"

Pietrasanta (Lu) | Convegno "Michelangelo ritrovato?" al Musa

Pietrasanta (Lu) | Convegno "Michelangelo ritrovato?" al Musa

Venerdì 30 agosto (ore 18), presso il MuSA - Museo Virtuale della Scultura e dell'Architettura di Pietrasanta  si svolgerà il quarto appuntamento del ciclo “Sulle orme di Michelangelo: dal passato alla contemporaneità” con Irene Baldriga e Claudio Capotondi.
La prima, storica dell’arte e presidente dell’ANISA, muoverà dalla sua personale scoperta della prima versione del Cristo della Minerva, oggi Cristo Portacroce parte della Collezione Giustiniani. L’opera, che Michelangelo lasciò incompleta, è caratterizzata da una vena nera che emerge dal candido marmo, sul volto di Gesù.
L’artista Capotondi invece, parlerà dell’ultima Pietà cosiddetta Rondanini scolpita nel 1563 a Via Macel de Corvi pochi mesi prima di morire.

Bologna: l’Atelier Tullio Vietri entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria

Bologna: l’Atelier Tullio Vietri entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria
Con l’ingresso dello studio dell’artista e della casa di Cosimo Della Ducata a Lecce sale a 78 il numero delle realtà museali che fanno parte della rete

VIETRI Adriano Rigoli e Marco Capaccioli con Silvia Vietri
 
Bologna, 28 agosto 2019 – Uno studio d’artista, specchio fedele dell’attività pittorica e della vita di un grande pittore contemporaneo. Una nuova realtà emiliana entra a far parte della rete nazionale di case di personaggi illustri: il Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, dopo il parere positivo espresso dal Comitato Scientifico, ha approvato nei giorni scorsi l’ingresso dell’Atelier Tullio Vietri a Bologna. Una casa d’artista che fa coppia con un’altra appena entrata nella cerchia delle case della Memoria: quella del pittore e scultore Cosimo Della Ducata a Lecce. Sale così a 78 il numero di case museo che fanno parte dell’Associazione, distribuite in 12 regioni italiane. 
«Lo studio curato dalla figlia dell’artista, Silvia Vietri, che ci ha invitato a visitarlo, testimonia molto bene della sua attività artistica e della sua vita – commenta Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. L’atelier custodisce un consistente nucleo di opere che abbraccia tutti i periodi dell'attività del pittore e riveste un ruolo fondamentale per la conoscenza dell’artista, complementare alle numerose opere che si trovano a Oderzo (TV), sua città d'origine». 
«I colori, gli strumenti, i bozzetti: nell’atelier di Tullio Vietri si respira arte – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Abbiamo raccolto con entusiasmo l’invito di Silvia a visitare l’atelier di suo padre: abbiamo scoperto uno spazio vivo che racconta tanto della quotidianità dell’artista. Una tappa densa di significato lungo quel percorso di scoperta del nostro patrimonio diffuso che come associazione cerchiamo di tracciare».
 
L’Atelier Tullio Vietri
L’Atelier di Tullio Vietri (Oderzo, 23.01.1927- Bologna 23.04.2016) si trova a Bologna in via Saragozza 135. È stato il suo rifugio, intimo e quasi impenetrabile: sulla porta nessun nome, sul campanello ufficio. Un luogo di lavoro, un laboratorio e un deposito dove negli anni si accumulano giornali, riviste, pennelli, colori a tempera, acrilici, vernici, colla, puntine, chiodi, martelli, materiali di recupero, pannelli di faesite, fogli di carta e gli oggetti più disparati insieme a documenti d’archivio, disegni e dipinti accatastati gli uni sugli altri. 
Montagne di disegni, dai tempi dei primi studi di geometria euclidea e non euclidea, delle copie dal vero, della riproduzione dei maestri a una sorta di diario per immagini in un centinaio di volumi grandi e piccoli che raccoglie una serie interminabile di schizzi, bozzetti, appunti. E altrettanti dipinti, dai primi olii della giovinezza chiusi in cartoni con tanto di tavolozza e tubetti di colore ai tanti quadri incorniciati o montati, fino alle migliaia di dipinti su carta, faesite o materiali di recupero.
Non ci sono libri, la biblioteca (di oltre 10.000 volumi) è rimasta nell’abitazione a pochi passi dallo studio. Un’ancora di salvezza che negli ultimi anni consente a Vietri, dal 2009 fortemente limitato nella deambulazione, di continuare a leggere, studiare e soprattutto disegnare in tranquillità. Fino al ’94 anche lo studio di pittura era interno all’abitazione, ma l’arricchimento costante del fondo librario, la redazione della rivista Critica Radicale fondata nell’ ’88 e il continuo crescere della produzione artistica saturano gli spazi. 
Dalla metà degli anni ‘70 infatti Vietri si era trovato a disporre appieno del suo tempo: si era allontanato dal mondo dell’arte e dalla scena pubblica. Può quindi dedicarsi alla pittura senza vincoli, libero di stare quotidianamente ore e ore davanti al cavalletto: occorrono nuovi spazi e il nuovo spazio è tutto e solo dedicato alla pittura. Tra il 1995 e il 2008 Vietri dipinge nel suo nuovo e ultimo studio, dove raccoglie la stragrande maggioranza delle sue opere e dove continua incessantemente a produrre finché gravi difficoltà di deambulazione gli impediranno di raggiungerlo.
Dal 2010 si susseguono progressive risistemazioni volte a salvaguardare opere e locali. Nel 2017 poi, in esecuzione delle volontà testamentarie di Vietri, il Comune di Oderzo preleva le opere pittoriche e grafiche che insieme ad archivi e libri andranno a costituire il progettato centro di documentazione.
L’ atelier però resta intatto con tutti i suoi arredi e gli strumenti di lavoro: i cavalletti con gli ultimi dipinti ancora fissati con le puntine da disegno, barattoli di colore e di colla, tanti pennelli ancora intrisi di colore, il tavolo da disegno… Una realtà nell’insieme ancora capace di parlare dell’artista, una realtà che la figlia Silvia e la moglie Anna Maria hanno deciso di mantenere e rivitalizzare.
È stata quindi collocata nello studio la maggior parte della collezione privata, sulle pareti sono stati esposti i quadri già montati, sugli scaffali sono stati collocati centinaia di fogli messi da parte negli anni per la famiglia e anche qualche cartella di grafica sempre conservata nell’abitazione dell’artista è andata a ricostruire l’ambiente insieme ad un piccolo gruppo di dipinti a olio della giovinezza sempre gelosamente custoditi tra le cose di casa.
Nell’ atelier è stata portata anche la grande scrivania che per anni era stata in biblioteca, insieme alla macchina da scrivere su cui Anna Maria batteva sotto dettatura i testi del marito. Infine i cataloghi degli artisti recensiti nella rivista, dei contemporanei di cui aveva visitato le mostre o semplicemente di quelli più vicini per amicizia o per conoscenza personale. Qualche mobile di casa completa l’ambiente che pur non essendo più quello di Vietri vivente, restituisce comunque un’immagine veritiera dell’uomo, dell’artista e dell’operatore culturale.

Milano: "Il Pianoforte a Bergamo tra Ottocento e Novecento", concerto alla Casa Museo Boschi Di Stefano

Milano: "Il Pianoforte a Bergamo tra Ottocento e Novecento", concerto alla Casa Museo Boschi Di Stefano

concerto 29 agosto 1

"Il Pianoforte a Bergamo tra Ottocento e Novecento"
giovedì 29 agosto 2019 alle ore 19:00 al terzo piano della Casa Museo Boschi Di Stefano
Questa attività rientra nel palinsesto del progetto #ilmuseochesale: incontri, concerti e conferenze, ogni martedì e giovedì dell'estate, al terzo piano della palazzina di via Jan 15.
Ingresso Libero fino ad esaurimento posti
Per Maggiori info visitare il sito: https://ilmuseochesale.it/gli-appuntamenti/
Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/2621346971222276/

Lecce: la Casa d'Artista Cosimo Della Ducata entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria Con l’ingresso della casa dell’artista salentino e dell’atelier Tullio Vietri a Bologna sale a 78 il numero delle realtà museali che fanno parte

Lecce: la Casa d'Artista Cosimo Della Ducata entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria
Con l’ingresso della casa dell’artista salentino e dell’atelier Tullio Vietri a Bologna sale a 78 il numero delle realtà museali che fanno parte della rete

Cosimo Della Ducata

 
Firenze, 27 agosto 2019– È la meravigliosa testimonianza dell’intensa attività artistica di un maestro salentino dell’arte contemporanea. Un’altra realtà pugliese entra a far parte della rete nazionale di case di personaggi illustri: il Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, dopo il parere positivo espresso dal Comitato Scientifico, ha approvato nei giorni scorsi l’ingresso della Casa d'Artista Cosimo Della DucataLecceche conserva circa 1.000 opere. Si tratta della terza casa pugliese che aderisce alla rete dopo la Casa del musicista Mauro Giuliani a Bisceglie (Barletta-Andria-Trani) e la Casa del pittore Michele de Napoli a Terlizzi (Bari). Una new entry che fa coppia con un altro spazio d’artista appena entrato nella cerchia delle case della Memoria: la casa e l’atelier del pittore Tullio VietriBologna. Sale così a 78 il numero di case museo che fanno parte dell’Associazione, distribuite in 12 regioni italiane. 
«Ho visitato la casa lo scorso aprile durante una visita a diverse case museo in Puglia – spiega Adriano Rigoli, presidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Nell’occasione ho potuto conoscere la moglie di Cosimo, Rachele, i figli Anna, Vincenza e Giovanni e i nipoti che portano avanti con dedizione la memoria dell’artista. La visita alla casa, da poco aperta al pubblico, permette di apprezzarne l’autenticità e quel valore intangibile che ricerchiamo nelle Case della nostra rete».
«È bello osservare che oltre alle opere in essa contenute, sia la casa stessa a parlarci di Cosimo Della Ducata, con gli affreschi, i lampadari, gli arredi da lui progettati – aggiunge Marco Capaccioli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria -. Una realtà autentica e vera che ci regala la vista ravvicinata di uno scorcio di storia dell’arte contemporanea del nostro Paese, attraverso l’arte ma anche la quotidianità di un artista. Una realtà giovane da valorizzare e custodire».
 
La Casa d'Artista Cosimo Della Ducata
Cosimo Della Ducata (1934 – 1995) pittore e scultore salentino acquista nel 1964 insieme alla moglie Rachele, il terreno dove realizzare la propria dimora, progettata secondo i disegni dell’artista stesso. Insieme dirigono i lavori di costruzione; l’artista ne esegue anche gran parte, dedicandosi contemporaneamente ad un’intensa attività artistica. Nelle stanze non ancora ultimate, preparava i telai e le cornici per i dipinti e lavorava i diversi materiali con i quali realizzava le sculture.
Oltre agli affreschi del Maestro che decorano le pareti dell’edificio, gli ambienti della casa ospitano alcuni arredi da lui stesso progettati: porte, librerie, lampadari in ferro battuto, caminetti e decorazioni, ma anche i capitelli del porticato d’ingresso al salone espositivo e le nicchie centinate che ospitano tele sagomate e affreschi. Per realizzare opere di grandi dimensioni, una su tutti il polittico di sessanta metri quadrati “Il trionfo della verità dopo la morte”, viene realizzata una stanza con un soffitto particolarmente alto. 
Nel 1993 iniziano i lavori per la realizzazione di uno studio-laboratorio, dove Cosimo avrebbe voluto ritirarsi per dedicarsi esclusivamente alla sua Arte. L’affresco intitolato “A Padre Pio”, presente nella sala dedicata al Santo, rimane incompiuto in seguito all’improvvisa scomparsa dell’artista. Nel 2001 gli eredi istituiscono l’Associazione “Cosimo e Rachele Della Ducata” al fine di tutelare il patrimonio artistico e divulgare il messaggio dell’Artista. Nel 2016 il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dichiara di interesse culturale la Casa d’Artista Cosimo Della Ducata e la Collezione d’Arte in esso contenuta.
La residenza, concepita come una living gallery, è abitata e curata dalla moglie e racconta la storia di vita e di arte vissuta intensamente con il marito. Gli ambienti arredati, rievocano le atmosfere di cui sono stati testimoni. Il portone d’ingresso invita direttamente nel salone espositivo dedicato a una significativa selezione di opere pittoriche e scultoree. All’ingresso della camera matrimoniale è collocata permanentemente una Natività di grande dimensione, unica opera in cartapesta dell’artista che conserva al suo interno la propria divisa militare.
La camera in stile ottocentesco mostra opere pluripremiate, ritratti e opere sacre e la stessa spalliera del letto custodisce nel rosone centrale una Sindone dipinta dall’artista. Scendendo al piano inferiore, ecco la tavolozza, i colori, le matite e i pennelli, l’accendino e la pipa che affiancano il busto dell’artista in cemento e gesso, incompiuto. Procedendo lungo la galleria delle sculture e dei piatti dipinti ci si affaccia attraverso un colonnato con archi sullo studio-laboratorio dove Della Ducata realizzò il grande caminetto sormontato da un bassorilievo in pietra leccese raffigurante un’aquila con la sua preda e con ai lati due monoliti di pietra scolpita. Accanto, un crocifisso di legno d’ulivo.
La sala custodisce l’intero corpus delle opere e la raccolta epistolare e documentaria. Vi sono inoltre esposti gli utensili di falegnameria del padre, la macchina da cucire della madre e gli strumenti del lavoro del Maestro oltre ad alcuni oggetti personali e una cesta di conchiglie. La cucina dallo stile rustico, che conserva vari oggetti della tradizione, ospita personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Il giardino, curato con passione da Rachele, la cui estetica scenografica è parte integrante della villa, ospita diverse specie di piante, dagli alberi agli arbusti, dai fiori ai rampicanti.

 

 

Image
Image
Image